
No – un avverbio a volte cosi difficile da pronunciare
- On 21 Luglio 2019
- By Sabrina Mascanzoni
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Un semplice No ma che porta con sé tanta difficoltà
spesso legata al timore di scontentare le persone e alla paura di deludere, di offendere di essere allontanati o di essere giudicati in malo modo.
La fatica del dire No porta con sé la mancanza di fiducia in noi stesse e la paura che le ragioni che stanno dietro a quel o a quei no, non siano capite o non siano accettate.
No diventa un avverbio a volte cosi difficile da pronunciare
Quando il dire no riguarda una persona a cui vogliamo bene scatta la paura di fare soffrire l’altra persona, di recarle del dolore e di conseguenza ci troviamo a fare i conti con il senso di colpa.
Nella mia esperienza come Counselor
incontro spesso donne a cui risulta difficile dire dei No, trasversalmente nella propria vita professionale e in quella strettamente privata.
la maggioranza delle donne che si sono rivolte a me, aveva difficoltà a dire dei no, ad esempio a:
- un fidanzato, compagno, marito geloso che voleva controllare e spesso gestire la loro vita
- il figlio o la figlia che chiedeva quanto più del necessario e utilizzava anche inconsapevolmente il suo scendente per debordare nelle richieste
- le persone intorno, per sentirsi parte di un gruppo o non sentirsi allontanati dalla famiglia
- un superiore che richiedeva impegno oberando di lavoro e obbligando a frustranti tempi di vita e di lavoro, allettandole con l’idea di essere indispensabile e con futuri riconoscimenti economici o di carriera
- un’amica che non riuscendo a gestire la propria solitudine esagerava nella richiesta di presenza
No – diventa un avverbio a volte cosi difficile da pronunciare
perché le persone intorno a te si abituano ai tuoi dei Si e danno quasi per scontata la tua disponibilità, rendendo ancora più scomodo pronunciare quei No
Il meccanismo diventa contorto e difficile che non riconosci nemmeno più quando davvero vorresti dire di si o invece dire NO.
Il No è legato all’Autostima e alla Fiducia in noi stesse. E’ strettamente connesso con la capacità o difficoltà a definire i confini che sono salutari tra noi e gli altri .
Qualche suggerimento:
» comincia dalle piccole cose in cui puoi provare a sperimentare un rifiuto
» chiediti come ti sentiresti se rifiutassi quella cosa o quella situazione, ti sentiresti davvero cosi male o potresti riuscire ad affrontarla?
» chiediti cosa ti spinge ad accettare e se questo risuona dentro di te in modo armonico o dissonante
» sperimenta un no cercando di argomentare il perché lo stai dicendo e nel farlo pensa a cosa vorresti sentirti dire tu in quella stessa situazione
» sdrammatizza gli esiti di un eventuale tuo No
» considera i motivi per cui sarebbe utile dire un No in quella situazione, aiuta a tenere lontano il famigerato senso di colpa
Questi sono i primi ma importanti passi per riuscire a fare si che il NO non sia più un avverbio cosi difficile da pronunciare
Il grande tema che abbraccia e sottende tutto ciò è quello dell’Amore verso noi stesse (volutamente la A è maiuscola) e della capacità di provare amore incondizionato.
Imparare ad amarsi
Se amo me stessa, mi voglio bene, mi ascolto, provo empatia verso di me e le mie emozioni, sarà più facile definire i confini della mia esistenza.
Sarò in grado di riuscire ad evitare che gli altri li superino.
Sarò in grado di pronunciare quei Si e quei No che sento siano davvero quelli giusti per me.
Se imparo ad amarmi riuscirò a non mentire, a tollerare un eventuale dissenso nei miei confronti, a non avere paura di un rifiuto e di non essere amata.
Una donna che amo molto amava dire “Fall in love with you in your life and then whoever you want!” (Frida Kahlo).
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